Il progetto “Coltiviamo il Futuro” vuole con passione rivolgersi ai giovani che vogliono un lavoro innovativo, libero, gratificante, legato alla natura e al proprio paese, utile al pianeta, sul modello dei tanti “new farmers” in Europa e nel mondo.
È un progetto pilota sostenuto e guidato dalle aziende locali, dalle associazioni di categoria, ACLI Terra, CIA, COLDIRETTI, dalle scuole agrarie, da WWOOF Italia, dall’Associazione MEDIPERlab – Laboratorio di Permacultura Mediterranea e dall’Assessorato all’Agricoltura e Istruzione del Comune di Crotone.
Il progetto sarà presentato la sera del 27 luglio a Strongoli durante il 3E Film Festival – Ecologia, Economia, Energia – nella più ampia visione di una nuova economia agraria legata alle splendide risorse locali, alla salubrità del cibo, alla salvaguardia della natura e del paesaggio: www.3efestival.it.
Il progetto pilota “Coltiviamo il futuro” prevede l’inserimento guidato dei giovani nell’agricoltura organica. Nasce dalla collaborazione tra scuole (liceo scientifico di Strongoli, istituti agrari di Cirò e di Cutro) associazioni agrarie (Cia, Coldiretti, Acli Terra), WWOOF Italia, Istituto di Permacultura Mediterranea, e alcune principali aziende agricole locali, nell’ambito delle iniziative legate al 3E Festival: Ecologia, Economia, Energia.
Il progetto “Coltiviamo il futuro” vuole aiutare i giovani a creare dal nulla una propria attività indipendente, creativa e gratificante, inserita nel mondo internazionale dei “new farmers”, i nuovi giovani agricoltori sempre più numerosi nel mondo.
Nello stesso tempo il progetto vuole contribuire al rinnovamento dell’agricoltura locale oggi prevalentemente basata su coltivazioni industrializzate (macchine, prodotti chimici, mano d’opera non specializzata). Da ciò derivano l’ impoverimento dei terreni e del paesaggio, l’inquinamento delle acque e del suolo, la perdita di antiche specie e biodiversità; le colture hanno scarso valore aggiunto, i profitti sono concentrati nelle mani di pochi; i redditi di produzione sono bassi, alti quelli di estranei che commerciano i prodotti. La campagna non è vissuta come dovrebbe.
Contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli agricoli, ripopolare la terra, ricreare il legame tra gli agricoltori e la tutela del territorio, del paesaggio e della biodiversità, rigenerare un ambiente agrario più ricco ed equilibrato che assicuri alla popolazione locale un’alimentazione più sana e variata, sono invece le finalità nelle quali si inquadra il progetto.
L’esperimento ha il sostegno di un apposito gruppo di esperti in collegamento con università agrarie e ricercatori esterni.
Si realizza mettendo a disposizione dei giovani interessati appezzamenti di terra, attualmente incolti o sottoutilizzati, ceduti in convenzione da aziende locali. La dimensione e la natura dei terreni sono in funzione dell’indirizzo colturale prescelto, entro una gamma di opzioni, dall’orti-frutticoltura all’allevamento specializzato.
Nel caso dell’orticoltura si tratta di piccoli appezzamenti. Le coltivazioni si avvalgono di tecniche specialistiche biologiche e di permacultura, rispettose dell’ambiente, basate sulle sapienti pratiche di rotazioni, consociazioni e concimazioni naturali e sulle capacità di sfruttamento delle caratteristiche pedoclimatiche ottimali presenti nel crotonese.
Altrettanto importanti e accurati sono i metodi di collocamento dei prodotti sul mercato attraverso sistemi diretti di vendita sul luogo, prenotazioni on-line, mercati contadini (farmer’s markets), gruppi di acquisto solidale, …
La collocazione di tali prodotti, caratterizzati da un’alta deperibilità, deve essere infatti il più possibile assicurata in anticipo e il ricavato escludere ogni costo di intermediazione.
Se la qualità nutritiva, il gusto e la salubrità dei prodotti sono di molto superiori a quelli della grande distribuzione e del mercato ordinario, il successo, aiutato da una adeguata pubblicità, è garantito. Il reddito di un appezzamento anche piccolo è pari o superiore a quello di un normale impiego dipendente.
Nel tempo le attività dei giovani agricoltori diventano bene comune del luogo e si compongono in una spirale virtuosa con le altre attrattive turistiche.
Nei primi anni il gruppo promotore garantisce ai giovani partecipanti assistenza tecnica, finanziaria e amministrativa (dall’inquadramento lavorativo fino al controllo e alla certificazione dei prodotti). In seguito saranno necessarie forme di associazionismo spontaneo tra le nuove piccole imprese che, pur salvaguardando l’autonomia di ciascun agricoltore nella sua terra, facilitino la gestione dei problemi comuni.
La nuova agricoltura si basa su conoscenze complesse e tecniche sofisticate. Ottenere risultati soddisfacenti richiede un lungo e differenziato tirocinio. Il progetto “Coltiviamo il Futuro” prevede tre anni di apprendistato così organizzati:
-
un primo anno, coordinato da WWOOF (World Wide Opportunities on Organic Farms) presso fattorie biologiche di antica esperienza in Italia o in un paese estero di lingua inglese (Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Canada, …) dove il giovane entra in contatto con il mondo internazionale delle “organic farms”.
Il rapporto è basato sulla condivisione della quotidianità rurale dell’azienda che garantisce ospitalità, trasmissione di competenze e cultura. Il viaggio è pagato dall’organizzazione del progetto
-
un secondo anno, coordinato dalle associazioni di categoria con fondi regionali, presso Istituti di Ricerca specializzati all’estero o in Italia (es. il Laboratorio di Permacultura Mediterranea di Bari)
-
un terzo anno, lavorativo, presso le aziende ospitanti di Strongoli durante il quale verranno realizzati i piani di coltivazione con l’aiuto degli esperti del gruppo.
I giovani che intendono aderire al progetto “Coltiviamo il Futuro” verranno presentati ufficialmente sabato 27 luglio 2019 durante la serata “Economia” del 3E Film Festival di Strongoli nella quale saranno presenti gli esponenti del gruppo promotore e saranno illustrati più completamente fini e modalità del progetto. Iscriversi in anticipo scrivendo a info@3efestival.it